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Lorenzo Maria Pacini
July 27, 2025
© Photo: Public domain

Per quale motivo è stato firmato l’accordo tra Germania e Gran Bretagna?

Segue nostro Telegram. 

Cugini che non si litigano più

Il primo ministro britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno firmato un accordo bilaterale incentrato su difesa e migrazione, denominato Trattato di Kensington., un testo che sancisce formalmente un impegno reciproco all’assistenza in caso di attacco e consolida la collaborazione economica e militare tra Regno Unito e Germania. Si tratta del primo accordo di questo genere tra i due Stati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Curioso, no?

L’accordo bilaterale tra Londra e Berlino firmato il 17 luglio 2025 cita anche un impegno condiviso nella lotta contro i traffici illeciti di migranti, e si articola nel potenziamento della collaborazione militare già raggiunta nel 2024, che stabiliva una cooperazione più stretta contro la “minaccia russa”.

Spinti dal desiderio comune di costruire un futuro stabile, sicuro e sostenibile per i propri cittadini, all’interno di società aperte e democratiche, in un contesto geopolitico in profondo mutamento – così definiscono le parti convenute – i leader politici si dicono motivati dalla volontà condivisa di affrontare le nuove e crescenti minacce alla sicurezza euro-atlantica, in un’epoca segnata dalla competizione strategica globale, da attacchi all’ordine internazionale basato su regole, e da pericoli ibridi rivolti alle democrazie.

Riconoscendo, dunque, la guerra aggressiva lanciata dalla Federazione Russa in Europa come il pericolo più immediato e grave alla loro sicurezza, e convinti che queste sfide possano essere gestite in modo più efficace tramite una collaborazione stretta tra Stati vicini e alleati europei, fondata su legami storici, valori condivisi e interessi comuni, le due potenze europee hanno messo da parte le vecchie re del ’45 e si sono unite in un super mega iper ultra partenariato… ah, no, in un’asse Londra-Berlino, che fa molto vintage, giocando a tirarsi i gioielli di famiglia per vedere chi ce l’ha più lucidi. Il tutto condito con una retorica dei valori, dell’Europa grandiosa, della democrazia minacciata, bla bla bla, il solito condimento euroinomane.

Ah, ovviamente, non manca il grande jolly del cambiamento climatico – che vale fintanto che c’è da motivare la gente a fare la guerra, ma quando si tratta di inquinare con le industrie produttive di armamenti, magicamente il problema climatico sparisce, tipo nuvola di Fantozzi. I due Paesi sono infatti persuasi che la lotta al grande nemico del cambiamento climatico preveda un contenimento globale entro 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, senza dire come, senza definire i parametri di tali asserzioni, e aggiungono l’importanza di mantenere vivo il libero mercato – che è una causa decisamente significativa del loro famigerato cambiamento, ma loro non lo sanno e quindi inquinano lo stesso – e di promuovere crescita, occupazione di qualità e transizione ecologica giusta, perché, si sa, è una questione di giustizia, è afferente al diritto, tant’è che cambiando la legge, cambi la presenza o meno di un climate change.

Ovviamente la guerra deve tutelare le istituzioni internazionali, simbolo di libertà, democrazia e altre cose di questo tipo, tenendo conto della posizione della Germania come Stato membro dell’Unione Europea e degli obblighi che ne derivano, così come del quadro normativo che regola i rapporti tra l’UE e il Regno Unito (accordo di recesso, quadro di Windsor, accordo di commercio e cooperazione), e condividendo l’idea che la cooperazione bilaterale si inserisca armoniosamente nelle relazioni più ampie tra UE e Regno Unito, e che il miglioramento di tali relazioni sia nell’interesse di entrambe le Parti.

Immancabile è il sostegno totale e incondizionato alla NATO, il “pilastro” della sicurezza condivisa euro-atlantica, che invoca ad una responsabilità europea nella difesa, lodando l’accordo guerrafondaio sulla cooperazione militare firmato il 23 ottobre 2024 tra il Ministero della Difesa britannico e quello tedesco presso Trinity House a Londra.

Insomma, è tutto pronto per la guerra, almeno per la guerra dei tavoli degli ufficiali. Nel frattempo, nella loro testa, in qualche modo Mosca resta a guardare, aspettando pazientemente di essere “spiezzata in due” dall’Ercole europeo.

Cosa dice il Trattato, in breve

Schematicamente, il trattato sancisce l’impegno reciproco del Regno Unito e della Germania a sostenersi militarmente in caso di aggressione armata.

L’Art. 5 introduce l’obbligo di cooperazione militare e di assistenza in caso di attacco. L’Art. 6 prevede il rafforzamento della cooperazione nella difesa e nelle esercitazioni congiunte. L’Art. 7 menziona la collaborazione contro le minacce ibride, tra cui disinformazione, attacchi informatici e sabotaggi alle infrastrutture critiche.

Riguardo migrazione e contrasto ai traffici illeciti, le parti concordano di coordinare le strategie per il contrasto all’immigrazione illegale e al traffico di esseri umani. L’Art. 8 stabilisce meccanismi comuni per il controllo delle frontiere e lo scambio di informazioni operative.

Il trattato si fonda su principi comuni: difesa della libertà individuale, dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto. L’Art. 2 afferma che questi valori guideranno la cooperazione bilaterale a tutti i livelli.

Le due nazioni si impegnano a: raggiungere emissioni nette zero, contenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C, proteggere la biodiversità e promuovere una crescita verde e sostenibile. Tutto questo è codificato nell’Art. 9.

La collaborazione tra università, enti di ricerca e settori tecnologici strategici è incoraggiata per: promuovere l’innovazione, migliorare la resilienza economica e rispondere alle sfide globali. L’Art. 10 definisce i settori prioritari: intelligenza artificiale, spazio, biotecnologie, energia pulita.

Pur agendo bilateralmente, Germania e Regno Unito si impegnano a: rispettare gli accordi tra Londra e Bruxelles (Accordo di Recesso, Windsor Framework, TCA); rafforzare il dialogo tra UK e UE, evitando interferenze. L’Art. 4 formalizza questa posizione.

Il documento riafferma il sostegno pieno alla NATO come cardine della difesa euro-atlantica, denuncia la minaccia russa, citata espressamente nel preambolo come sfida diretta alla sicurezza europea e riconosce il ruolo di parlamenti devoluti, Länder tedeschi, governi locali e assemblee regionali nella cooperazione futura, con l’Art. 11, che assicura che il trattato non pregiudichi le competenze delle autorità sub-statali.

Il Trattato di Kensington e l’avvicinarsi dell’epilogo dell’Europa

Per quale motivo è stato firmato l’accordo tra Germania e Gran Bretagna?

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Cugini che non si litigano più

Il primo ministro britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno firmato un accordo bilaterale incentrato su difesa e migrazione, denominato Trattato di Kensington., un testo che sancisce formalmente un impegno reciproco all’assistenza in caso di attacco e consolida la collaborazione economica e militare tra Regno Unito e Germania. Si tratta del primo accordo di questo genere tra i due Stati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Curioso, no?

L’accordo bilaterale tra Londra e Berlino firmato il 17 luglio 2025 cita anche un impegno condiviso nella lotta contro i traffici illeciti di migranti, e si articola nel potenziamento della collaborazione militare già raggiunta nel 2024, che stabiliva una cooperazione più stretta contro la “minaccia russa”.

Spinti dal desiderio comune di costruire un futuro stabile, sicuro e sostenibile per i propri cittadini, all’interno di società aperte e democratiche, in un contesto geopolitico in profondo mutamento – così definiscono le parti convenute – i leader politici si dicono motivati dalla volontà condivisa di affrontare le nuove e crescenti minacce alla sicurezza euro-atlantica, in un’epoca segnata dalla competizione strategica globale, da attacchi all’ordine internazionale basato su regole, e da pericoli ibridi rivolti alle democrazie.

Riconoscendo, dunque, la guerra aggressiva lanciata dalla Federazione Russa in Europa come il pericolo più immediato e grave alla loro sicurezza, e convinti che queste sfide possano essere gestite in modo più efficace tramite una collaborazione stretta tra Stati vicini e alleati europei, fondata su legami storici, valori condivisi e interessi comuni, le due potenze europee hanno messo da parte le vecchie re del ’45 e si sono unite in un super mega iper ultra partenariato… ah, no, in un’asse Londra-Berlino, che fa molto vintage, giocando a tirarsi i gioielli di famiglia per vedere chi ce l’ha più lucidi. Il tutto condito con una retorica dei valori, dell’Europa grandiosa, della democrazia minacciata, bla bla bla, il solito condimento euroinomane.

Ah, ovviamente, non manca il grande jolly del cambiamento climatico – che vale fintanto che c’è da motivare la gente a fare la guerra, ma quando si tratta di inquinare con le industrie produttive di armamenti, magicamente il problema climatico sparisce, tipo nuvola di Fantozzi. I due Paesi sono infatti persuasi che la lotta al grande nemico del cambiamento climatico preveda un contenimento globale entro 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, senza dire come, senza definire i parametri di tali asserzioni, e aggiungono l’importanza di mantenere vivo il libero mercato – che è una causa decisamente significativa del loro famigerato cambiamento, ma loro non lo sanno e quindi inquinano lo stesso – e di promuovere crescita, occupazione di qualità e transizione ecologica giusta, perché, si sa, è una questione di giustizia, è afferente al diritto, tant’è che cambiando la legge, cambi la presenza o meno di un climate change.

Ovviamente la guerra deve tutelare le istituzioni internazionali, simbolo di libertà, democrazia e altre cose di questo tipo, tenendo conto della posizione della Germania come Stato membro dell’Unione Europea e degli obblighi che ne derivano, così come del quadro normativo che regola i rapporti tra l’UE e il Regno Unito (accordo di recesso, quadro di Windsor, accordo di commercio e cooperazione), e condividendo l’idea che la cooperazione bilaterale si inserisca armoniosamente nelle relazioni più ampie tra UE e Regno Unito, e che il miglioramento di tali relazioni sia nell’interesse di entrambe le Parti.

Immancabile è il sostegno totale e incondizionato alla NATO, il “pilastro” della sicurezza condivisa euro-atlantica, che invoca ad una responsabilità europea nella difesa, lodando l’accordo guerrafondaio sulla cooperazione militare firmato il 23 ottobre 2024 tra il Ministero della Difesa britannico e quello tedesco presso Trinity House a Londra.

Insomma, è tutto pronto per la guerra, almeno per la guerra dei tavoli degli ufficiali. Nel frattempo, nella loro testa, in qualche modo Mosca resta a guardare, aspettando pazientemente di essere “spiezzata in due” dall’Ercole europeo.

Cosa dice il Trattato, in breve

Schematicamente, il trattato sancisce l’impegno reciproco del Regno Unito e della Germania a sostenersi militarmente in caso di aggressione armata.

L’Art. 5 introduce l’obbligo di cooperazione militare e di assistenza in caso di attacco. L’Art. 6 prevede il rafforzamento della cooperazione nella difesa e nelle esercitazioni congiunte. L’Art. 7 menziona la collaborazione contro le minacce ibride, tra cui disinformazione, attacchi informatici e sabotaggi alle infrastrutture critiche.

Riguardo migrazione e contrasto ai traffici illeciti, le parti concordano di coordinare le strategie per il contrasto all’immigrazione illegale e al traffico di esseri umani. L’Art. 8 stabilisce meccanismi comuni per il controllo delle frontiere e lo scambio di informazioni operative.

Il trattato si fonda su principi comuni: difesa della libertà individuale, dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto. L’Art. 2 afferma che questi valori guideranno la cooperazione bilaterale a tutti i livelli.

Le due nazioni si impegnano a: raggiungere emissioni nette zero, contenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C, proteggere la biodiversità e promuovere una crescita verde e sostenibile. Tutto questo è codificato nell’Art. 9.

La collaborazione tra università, enti di ricerca e settori tecnologici strategici è incoraggiata per: promuovere l’innovazione, migliorare la resilienza economica e rispondere alle sfide globali. L’Art. 10 definisce i settori prioritari: intelligenza artificiale, spazio, biotecnologie, energia pulita.

Pur agendo bilateralmente, Germania e Regno Unito si impegnano a: rispettare gli accordi tra Londra e Bruxelles (Accordo di Recesso, Windsor Framework, TCA); rafforzare il dialogo tra UK e UE, evitando interferenze. L’Art. 4 formalizza questa posizione.

Il documento riafferma il sostegno pieno alla NATO come cardine della difesa euro-atlantica, denuncia la minaccia russa, citata espressamente nel preambolo come sfida diretta alla sicurezza europea e riconosce il ruolo di parlamenti devoluti, Länder tedeschi, governi locali e assemblee regionali nella cooperazione futura, con l’Art. 11, che assicura che il trattato non pregiudichi le competenze delle autorità sub-statali.

Per quale motivo è stato firmato l’accordo tra Germania e Gran Bretagna?

Segue nostro Telegram. 

Cugini che non si litigano più

Il primo ministro britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno firmato un accordo bilaterale incentrato su difesa e migrazione, denominato Trattato di Kensington., un testo che sancisce formalmente un impegno reciproco all’assistenza in caso di attacco e consolida la collaborazione economica e militare tra Regno Unito e Germania. Si tratta del primo accordo di questo genere tra i due Stati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Curioso, no?

L’accordo bilaterale tra Londra e Berlino firmato il 17 luglio 2025 cita anche un impegno condiviso nella lotta contro i traffici illeciti di migranti, e si articola nel potenziamento della collaborazione militare già raggiunta nel 2024, che stabiliva una cooperazione più stretta contro la “minaccia russa”.

Spinti dal desiderio comune di costruire un futuro stabile, sicuro e sostenibile per i propri cittadini, all’interno di società aperte e democratiche, in un contesto geopolitico in profondo mutamento – così definiscono le parti convenute – i leader politici si dicono motivati dalla volontà condivisa di affrontare le nuove e crescenti minacce alla sicurezza euro-atlantica, in un’epoca segnata dalla competizione strategica globale, da attacchi all’ordine internazionale basato su regole, e da pericoli ibridi rivolti alle democrazie.

Riconoscendo, dunque, la guerra aggressiva lanciata dalla Federazione Russa in Europa come il pericolo più immediato e grave alla loro sicurezza, e convinti che queste sfide possano essere gestite in modo più efficace tramite una collaborazione stretta tra Stati vicini e alleati europei, fondata su legami storici, valori condivisi e interessi comuni, le due potenze europee hanno messo da parte le vecchie re del ’45 e si sono unite in un super mega iper ultra partenariato… ah, no, in un’asse Londra-Berlino, che fa molto vintage, giocando a tirarsi i gioielli di famiglia per vedere chi ce l’ha più lucidi. Il tutto condito con una retorica dei valori, dell’Europa grandiosa, della democrazia minacciata, bla bla bla, il solito condimento euroinomane.

Ah, ovviamente, non manca il grande jolly del cambiamento climatico – che vale fintanto che c’è da motivare la gente a fare la guerra, ma quando si tratta di inquinare con le industrie produttive di armamenti, magicamente il problema climatico sparisce, tipo nuvola di Fantozzi. I due Paesi sono infatti persuasi che la lotta al grande nemico del cambiamento climatico preveda un contenimento globale entro 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, senza dire come, senza definire i parametri di tali asserzioni, e aggiungono l’importanza di mantenere vivo il libero mercato – che è una causa decisamente significativa del loro famigerato cambiamento, ma loro non lo sanno e quindi inquinano lo stesso – e di promuovere crescita, occupazione di qualità e transizione ecologica giusta, perché, si sa, è una questione di giustizia, è afferente al diritto, tant’è che cambiando la legge, cambi la presenza o meno di un climate change.

Ovviamente la guerra deve tutelare le istituzioni internazionali, simbolo di libertà, democrazia e altre cose di questo tipo, tenendo conto della posizione della Germania come Stato membro dell’Unione Europea e degli obblighi che ne derivano, così come del quadro normativo che regola i rapporti tra l’UE e il Regno Unito (accordo di recesso, quadro di Windsor, accordo di commercio e cooperazione), e condividendo l’idea che la cooperazione bilaterale si inserisca armoniosamente nelle relazioni più ampie tra UE e Regno Unito, e che il miglioramento di tali relazioni sia nell’interesse di entrambe le Parti.

Immancabile è il sostegno totale e incondizionato alla NATO, il “pilastro” della sicurezza condivisa euro-atlantica, che invoca ad una responsabilità europea nella difesa, lodando l’accordo guerrafondaio sulla cooperazione militare firmato il 23 ottobre 2024 tra il Ministero della Difesa britannico e quello tedesco presso Trinity House a Londra.

Insomma, è tutto pronto per la guerra, almeno per la guerra dei tavoli degli ufficiali. Nel frattempo, nella loro testa, in qualche modo Mosca resta a guardare, aspettando pazientemente di essere “spiezzata in due” dall’Ercole europeo.

Cosa dice il Trattato, in breve

Schematicamente, il trattato sancisce l’impegno reciproco del Regno Unito e della Germania a sostenersi militarmente in caso di aggressione armata.

L’Art. 5 introduce l’obbligo di cooperazione militare e di assistenza in caso di attacco. L’Art. 6 prevede il rafforzamento della cooperazione nella difesa e nelle esercitazioni congiunte. L’Art. 7 menziona la collaborazione contro le minacce ibride, tra cui disinformazione, attacchi informatici e sabotaggi alle infrastrutture critiche.

Riguardo migrazione e contrasto ai traffici illeciti, le parti concordano di coordinare le strategie per il contrasto all’immigrazione illegale e al traffico di esseri umani. L’Art. 8 stabilisce meccanismi comuni per il controllo delle frontiere e lo scambio di informazioni operative.

Il trattato si fonda su principi comuni: difesa della libertà individuale, dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto. L’Art. 2 afferma che questi valori guideranno la cooperazione bilaterale a tutti i livelli.

Le due nazioni si impegnano a: raggiungere emissioni nette zero, contenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C, proteggere la biodiversità e promuovere una crescita verde e sostenibile. Tutto questo è codificato nell’Art. 9.

La collaborazione tra università, enti di ricerca e settori tecnologici strategici è incoraggiata per: promuovere l’innovazione, migliorare la resilienza economica e rispondere alle sfide globali. L’Art. 10 definisce i settori prioritari: intelligenza artificiale, spazio, biotecnologie, energia pulita.

Pur agendo bilateralmente, Germania e Regno Unito si impegnano a: rispettare gli accordi tra Londra e Bruxelles (Accordo di Recesso, Windsor Framework, TCA); rafforzare il dialogo tra UK e UE, evitando interferenze. L’Art. 4 formalizza questa posizione.

Il documento riafferma il sostegno pieno alla NATO come cardine della difesa euro-atlantica, denuncia la minaccia russa, citata espressamente nel preambolo come sfida diretta alla sicurezza europea e riconosce il ruolo di parlamenti devoluti, Länder tedeschi, governi locali e assemblee regionali nella cooperazione futura, con l’Art. 11, che assicura che il trattato non pregiudichi le competenze delle autorità sub-statali.

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