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Lorenzo Maria Pacini
July 26, 2025
© Photo: Public domain

Che immagine sta dando l’America di se stessa? Ancora una volta, quella del ridicolo. Invece ci pensare al collasso interno e alle problematiche di carattere sociale che continuano ad ammorbare la salute domestica, il governo a stelle e strisce cerca di impressionare il mondo intero, facendo lo spavaldo

Segue nostro Telegram. 

Non ridete, per favore

Ok ok ok. Fermi tutti. C’è una barzelletta da raccontare: praticamente un repubblicano della Carolina del Sud ha detto che ci sarà un dazio secondario del 500% (sì, avete letto bene) sui prodotti importati dalla Russia, con un impatto significativo sulla Cina. Tutto questo sarebbe una terribile minaccia per Mosca da parte di Trump che ha minacciato i nuovi dazi contro la Russia di Putin, quale strumento per spingere verso la pace in Ucraina.

D’accordo, ora potete asciugarvi le lacrime per le risate.

Adesso che torniamo a fare le persone serie, non possiamo che commentare queste affermazioni.

Partiamo dalla prima impressione: qualcuno dovrebbe consigliare a Trump e ai suoi fedeli di andare da uno psichiatra bravo, che sicuramente gli prescriverebbe una di quelle medicina terribili che vanno tanto di modo in America, e così anche lui potrebbe finalmente porre un freno al suo delirio. Soltanto gli USA possono davvero pensare che alla Russia e alla Cina importi qualcosa di loro; soltanto gli americani possono sentirsi così tanto il centro del mondo, da pensare che i Paesi che stanno dominando (rileggetelo tre volte, vi prego) il mondo, possano essere intimoriti da qualche sanzione commerciale.

Anche perché queste sanzioni hanno effetto sul popolo americano, che non può fare a meno di acquistare prodotti importati da fuori, non certo sulle aziende russe o cinesi, che invece continueranno a vendere, addirittura ad un prezzo maggiorato e con margini di guadagno migliori, riuscendo a sbaragliare anche un po’ di concorrenza.

Solo un folle può davvero pensare che una misura del genere sia salutare per l’economia del proprio Paese… a meno che questo folle non abbia intenzione di demolire sistematicamente tutto l’apparato monetario del proprio Paese. In tal caso, ben fatto Donald.

Ok, e quindi?

Trump ha promesso un dazio secondario del 100% se Putin non porrà fine alla guerra entro 50 giorni, ma il disegno di legge di Graham, presentato insieme al senatore Richard Blumenthal, democratico del Connecticut, darebbe al Presidente il potere di imporre dazi molto più elevati se lo ritenesse opportuno.

Gli acquisti massicci di petrolio effettuati dalla Cina hanno rappresentato un supporto fondamentale per l’economia russa, messa a dura prova dalle sanzioni imposte a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi martedì 15 luglio, Lin Jian, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha ribadito che la posizione di Pechino sul conflitto ucraino è rimasta costante e trasparente: la fine delle ostilità può avvenire soltanto attraverso il dialogo e una soluzione negoziata. La Cina si oppone fermamente a qualsiasi sanzione unilaterale non autorizzata e al ricorso alla giurisdizione extraterritoriale. Una guerra commerciale non produce vincitori, e il ricorso alla coercizione e alla pressione non contribuisce alla risoluzione dei problemi.

In America sembrano non aver ben inteso questo avvertimento, tanto che il senatore Graham, pochi giorni fa durante una diretta in TV,  ha annunciato che lui e il collega Blumenthal hanno raccolto l’adesione di 85 senatori al disegno di legge presentato, su un totale di 100 membri del Senato. Secondo Graham, la proposta legislativa fornirebbe a Trump uno “strumento contundente” per colpire duramente l’economia russa e punire anche quei paesi che contribuiscono attivamente alla macchina bellica del Cremlino.

Cina, India e Brasile continuano a importare petrolio, derivati petroliferi e altri prodotti dalla Russia. Sono proprio questi fondi che permettono a Putin di sostenere il conflitto, secondo i senatori repubblicani. Il pacchetto di misure proposto darebbe all’ex presidente Trump la massima discrezionalità nell’imporre dazi secondari, permettendogli di applicare tariffe che vanno da zero fino al 500% nei confronti delle nazioni che commerciano con Mosca e, in tal modo, ne sostengono indirettamente l’aggressione militare.

Oltre alle nuove sanzioni, Trump ha anche promesso l’invio di ulteriori sistemi missilistici Patriot all’Ucraina per rafforzarne la difesa aerea, sottolineando inoltre che saranno gli alleati europei a sostenere i costi per la fornitura di armi americane ad alta tecnologia, aumentando così la pressione su Putin affinché accetti una tregua. Nel frattempo, la Russia ha intensificato gli attacchi aerei contro le città ucraine, utilizzando droni e missili, mentre sta ammassando truppe lungo il confine e avanzando nelle regioni orientali del Paese. L’impegno militare continuo e crescente di Mosca ha irritato Trump, che sta tentando di favorire un accordo diplomatico per la cessazione delle ostilità, e lo ha portato a esprimere critiche dirette contro il presidente russo.

La cosa folle è che la proposta è stata pure sposata dalla Commissione Europea, quando Ursula Von der Leyen ha incontrato Graham già a giugno, a Berlino. La retorica dallo “spezzare le reni alla Russia” continua ad aleggiare fra i palazzi del potere occidentale, eppure nessuno pare aver ancora capito che è una gigantesca falsità. Non sono bastate le sanzioni disastrose che hanno ridotto l’Europa in uno straccio da gettare, ci vogliono pure questi nuovi dazi. Ormai sono uno strumento che nemmeno funziona nel suo aspetto psicologico. Tutto è chiaro, tutto è sempre più povero.

Trump ha fatto ampio uso dei dazi per portare avanti la sua agenda di politica estera – come già anche nella sua prima amministrazione –, ma la sua attuazione è stata discontinua. I dazi del 145% sulla Cina, imposti ad aprile, sono durati un mese prima di essere drasticamente ridotti per far posto ai negoziati commerciali, che finora non sono riusciti a garantire una svolta. Allo stato attuale, il disegno di legge include alcune leve che Trump potrebbe azionare per impedire l’applicazione dei dazi, richiedendo al presidente di dichiarare formalmente che la Russia si rifiuta di negoziare o ha violato qualsiasi futuro accordo di pace.

Tecnicamente, è verosimile che il Senato e la Camera dei Rappresentanti non avranno tempo per votare il disegno di legge Graham-Blumenthal prima delle vacanze estive, che terranno il Congresso bloccato fino al 1° settembre. E proprio il 2 settembre scadrà la proroga di 50 giorni concessa da Trump dalle sanzioni, ma il Congresso dovrà occuparsi urgentemente del bilancio per approvarlo entro il 1° ottobre e non congelare il lavoro del governo, non fino alle sanzioni. Una tipica tattica politica americana di “rimandare le questioni spinose a tempi migliori”, contando su un cambiamento dell’agenda o su una riduzione dell’acutezza del tema e, allo stesso tempo, un tentativo di preservare lo spazio di manovra, evitando un’immediata escalation delle relazioni con i maggiori partner commerciali della Russia, come Cina e India.

Se qualcuno pensa che, poiché Trump ha detto 50 giorni, allora tra 50 giorni ci saranno sicuramente le sanzioni, si sbaglia. Non è affatto necessario. Trump ha dichiarato che entro 24 ore avrebbe posto fine alla guerra in Ucraina. E allora, l’ha fatto?

Buona continuazione dello show. Intanto, Cina e Russia si avviano a vedere il loro GDP in aumento anche per questo 2025, guardano al 2026 con entusiasmo e libertà.

Che immagine sta dando l’America di se stessa? Ancora una volta, quella del ridicolo. Invece ci pensare al collasso interno e alle problematiche di carattere sociale che continuano ad ammorbare la salute domestica, il governo a stelle e strisce cerca di impressionare il mondo intero, facendo lo spavaldo. Il 500% è una cifra insostenibile sotto ogni punto di vista. Soltanto un cowboy americano potrebbe spararla così grossa.

Cinquecento-per-cento

Che immagine sta dando l’America di se stessa? Ancora una volta, quella del ridicolo. Invece ci pensare al collasso interno e alle problematiche di carattere sociale che continuano ad ammorbare la salute domestica, il governo a stelle e strisce cerca di impressionare il mondo intero, facendo lo spavaldo

Segue nostro Telegram. 

Non ridete, per favore

Ok ok ok. Fermi tutti. C’è una barzelletta da raccontare: praticamente un repubblicano della Carolina del Sud ha detto che ci sarà un dazio secondario del 500% (sì, avete letto bene) sui prodotti importati dalla Russia, con un impatto significativo sulla Cina. Tutto questo sarebbe una terribile minaccia per Mosca da parte di Trump che ha minacciato i nuovi dazi contro la Russia di Putin, quale strumento per spingere verso la pace in Ucraina.

D’accordo, ora potete asciugarvi le lacrime per le risate.

Adesso che torniamo a fare le persone serie, non possiamo che commentare queste affermazioni.

Partiamo dalla prima impressione: qualcuno dovrebbe consigliare a Trump e ai suoi fedeli di andare da uno psichiatra bravo, che sicuramente gli prescriverebbe una di quelle medicina terribili che vanno tanto di modo in America, e così anche lui potrebbe finalmente porre un freno al suo delirio. Soltanto gli USA possono davvero pensare che alla Russia e alla Cina importi qualcosa di loro; soltanto gli americani possono sentirsi così tanto il centro del mondo, da pensare che i Paesi che stanno dominando (rileggetelo tre volte, vi prego) il mondo, possano essere intimoriti da qualche sanzione commerciale.

Anche perché queste sanzioni hanno effetto sul popolo americano, che non può fare a meno di acquistare prodotti importati da fuori, non certo sulle aziende russe o cinesi, che invece continueranno a vendere, addirittura ad un prezzo maggiorato e con margini di guadagno migliori, riuscendo a sbaragliare anche un po’ di concorrenza.

Solo un folle può davvero pensare che una misura del genere sia salutare per l’economia del proprio Paese… a meno che questo folle non abbia intenzione di demolire sistematicamente tutto l’apparato monetario del proprio Paese. In tal caso, ben fatto Donald.

Ok, e quindi?

Trump ha promesso un dazio secondario del 100% se Putin non porrà fine alla guerra entro 50 giorni, ma il disegno di legge di Graham, presentato insieme al senatore Richard Blumenthal, democratico del Connecticut, darebbe al Presidente il potere di imporre dazi molto più elevati se lo ritenesse opportuno.

Gli acquisti massicci di petrolio effettuati dalla Cina hanno rappresentato un supporto fondamentale per l’economia russa, messa a dura prova dalle sanzioni imposte a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi martedì 15 luglio, Lin Jian, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha ribadito che la posizione di Pechino sul conflitto ucraino è rimasta costante e trasparente: la fine delle ostilità può avvenire soltanto attraverso il dialogo e una soluzione negoziata. La Cina si oppone fermamente a qualsiasi sanzione unilaterale non autorizzata e al ricorso alla giurisdizione extraterritoriale. Una guerra commerciale non produce vincitori, e il ricorso alla coercizione e alla pressione non contribuisce alla risoluzione dei problemi.

In America sembrano non aver ben inteso questo avvertimento, tanto che il senatore Graham, pochi giorni fa durante una diretta in TV,  ha annunciato che lui e il collega Blumenthal hanno raccolto l’adesione di 85 senatori al disegno di legge presentato, su un totale di 100 membri del Senato. Secondo Graham, la proposta legislativa fornirebbe a Trump uno “strumento contundente” per colpire duramente l’economia russa e punire anche quei paesi che contribuiscono attivamente alla macchina bellica del Cremlino.

Cina, India e Brasile continuano a importare petrolio, derivati petroliferi e altri prodotti dalla Russia. Sono proprio questi fondi che permettono a Putin di sostenere il conflitto, secondo i senatori repubblicani. Il pacchetto di misure proposto darebbe all’ex presidente Trump la massima discrezionalità nell’imporre dazi secondari, permettendogli di applicare tariffe che vanno da zero fino al 500% nei confronti delle nazioni che commerciano con Mosca e, in tal modo, ne sostengono indirettamente l’aggressione militare.

Oltre alle nuove sanzioni, Trump ha anche promesso l’invio di ulteriori sistemi missilistici Patriot all’Ucraina per rafforzarne la difesa aerea, sottolineando inoltre che saranno gli alleati europei a sostenere i costi per la fornitura di armi americane ad alta tecnologia, aumentando così la pressione su Putin affinché accetti una tregua. Nel frattempo, la Russia ha intensificato gli attacchi aerei contro le città ucraine, utilizzando droni e missili, mentre sta ammassando truppe lungo il confine e avanzando nelle regioni orientali del Paese. L’impegno militare continuo e crescente di Mosca ha irritato Trump, che sta tentando di favorire un accordo diplomatico per la cessazione delle ostilità, e lo ha portato a esprimere critiche dirette contro il presidente russo.

La cosa folle è che la proposta è stata pure sposata dalla Commissione Europea, quando Ursula Von der Leyen ha incontrato Graham già a giugno, a Berlino. La retorica dallo “spezzare le reni alla Russia” continua ad aleggiare fra i palazzi del potere occidentale, eppure nessuno pare aver ancora capito che è una gigantesca falsità. Non sono bastate le sanzioni disastrose che hanno ridotto l’Europa in uno straccio da gettare, ci vogliono pure questi nuovi dazi. Ormai sono uno strumento che nemmeno funziona nel suo aspetto psicologico. Tutto è chiaro, tutto è sempre più povero.

Trump ha fatto ampio uso dei dazi per portare avanti la sua agenda di politica estera – come già anche nella sua prima amministrazione –, ma la sua attuazione è stata discontinua. I dazi del 145% sulla Cina, imposti ad aprile, sono durati un mese prima di essere drasticamente ridotti per far posto ai negoziati commerciali, che finora non sono riusciti a garantire una svolta. Allo stato attuale, il disegno di legge include alcune leve che Trump potrebbe azionare per impedire l’applicazione dei dazi, richiedendo al presidente di dichiarare formalmente che la Russia si rifiuta di negoziare o ha violato qualsiasi futuro accordo di pace.

Tecnicamente, è verosimile che il Senato e la Camera dei Rappresentanti non avranno tempo per votare il disegno di legge Graham-Blumenthal prima delle vacanze estive, che terranno il Congresso bloccato fino al 1° settembre. E proprio il 2 settembre scadrà la proroga di 50 giorni concessa da Trump dalle sanzioni, ma il Congresso dovrà occuparsi urgentemente del bilancio per approvarlo entro il 1° ottobre e non congelare il lavoro del governo, non fino alle sanzioni. Una tipica tattica politica americana di “rimandare le questioni spinose a tempi migliori”, contando su un cambiamento dell’agenda o su una riduzione dell’acutezza del tema e, allo stesso tempo, un tentativo di preservare lo spazio di manovra, evitando un’immediata escalation delle relazioni con i maggiori partner commerciali della Russia, come Cina e India.

Se qualcuno pensa che, poiché Trump ha detto 50 giorni, allora tra 50 giorni ci saranno sicuramente le sanzioni, si sbaglia. Non è affatto necessario. Trump ha dichiarato che entro 24 ore avrebbe posto fine alla guerra in Ucraina. E allora, l’ha fatto?

Buona continuazione dello show. Intanto, Cina e Russia si avviano a vedere il loro GDP in aumento anche per questo 2025, guardano al 2026 con entusiasmo e libertà.

Che immagine sta dando l’America di se stessa? Ancora una volta, quella del ridicolo. Invece ci pensare al collasso interno e alle problematiche di carattere sociale che continuano ad ammorbare la salute domestica, il governo a stelle e strisce cerca di impressionare il mondo intero, facendo lo spavaldo. Il 500% è una cifra insostenibile sotto ogni punto di vista. Soltanto un cowboy americano potrebbe spararla così grossa.

Che immagine sta dando l’America di se stessa? Ancora una volta, quella del ridicolo. Invece ci pensare al collasso interno e alle problematiche di carattere sociale che continuano ad ammorbare la salute domestica, il governo a stelle e strisce cerca di impressionare il mondo intero, facendo lo spavaldo

Segue nostro Telegram. 

Non ridete, per favore

Ok ok ok. Fermi tutti. C’è una barzelletta da raccontare: praticamente un repubblicano della Carolina del Sud ha detto che ci sarà un dazio secondario del 500% (sì, avete letto bene) sui prodotti importati dalla Russia, con un impatto significativo sulla Cina. Tutto questo sarebbe una terribile minaccia per Mosca da parte di Trump che ha minacciato i nuovi dazi contro la Russia di Putin, quale strumento per spingere verso la pace in Ucraina.

D’accordo, ora potete asciugarvi le lacrime per le risate.

Adesso che torniamo a fare le persone serie, non possiamo che commentare queste affermazioni.

Partiamo dalla prima impressione: qualcuno dovrebbe consigliare a Trump e ai suoi fedeli di andare da uno psichiatra bravo, che sicuramente gli prescriverebbe una di quelle medicina terribili che vanno tanto di modo in America, e così anche lui potrebbe finalmente porre un freno al suo delirio. Soltanto gli USA possono davvero pensare che alla Russia e alla Cina importi qualcosa di loro; soltanto gli americani possono sentirsi così tanto il centro del mondo, da pensare che i Paesi che stanno dominando (rileggetelo tre volte, vi prego) il mondo, possano essere intimoriti da qualche sanzione commerciale.

Anche perché queste sanzioni hanno effetto sul popolo americano, che non può fare a meno di acquistare prodotti importati da fuori, non certo sulle aziende russe o cinesi, che invece continueranno a vendere, addirittura ad un prezzo maggiorato e con margini di guadagno migliori, riuscendo a sbaragliare anche un po’ di concorrenza.

Solo un folle può davvero pensare che una misura del genere sia salutare per l’economia del proprio Paese… a meno che questo folle non abbia intenzione di demolire sistematicamente tutto l’apparato monetario del proprio Paese. In tal caso, ben fatto Donald.

Ok, e quindi?

Trump ha promesso un dazio secondario del 100% se Putin non porrà fine alla guerra entro 50 giorni, ma il disegno di legge di Graham, presentato insieme al senatore Richard Blumenthal, democratico del Connecticut, darebbe al Presidente il potere di imporre dazi molto più elevati se lo ritenesse opportuno.

Gli acquisti massicci di petrolio effettuati dalla Cina hanno rappresentato un supporto fondamentale per l’economia russa, messa a dura prova dalle sanzioni imposte a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi martedì 15 luglio, Lin Jian, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha ribadito che la posizione di Pechino sul conflitto ucraino è rimasta costante e trasparente: la fine delle ostilità può avvenire soltanto attraverso il dialogo e una soluzione negoziata. La Cina si oppone fermamente a qualsiasi sanzione unilaterale non autorizzata e al ricorso alla giurisdizione extraterritoriale. Una guerra commerciale non produce vincitori, e il ricorso alla coercizione e alla pressione non contribuisce alla risoluzione dei problemi.

In America sembrano non aver ben inteso questo avvertimento, tanto che il senatore Graham, pochi giorni fa durante una diretta in TV,  ha annunciato che lui e il collega Blumenthal hanno raccolto l’adesione di 85 senatori al disegno di legge presentato, su un totale di 100 membri del Senato. Secondo Graham, la proposta legislativa fornirebbe a Trump uno “strumento contundente” per colpire duramente l’economia russa e punire anche quei paesi che contribuiscono attivamente alla macchina bellica del Cremlino.

Cina, India e Brasile continuano a importare petrolio, derivati petroliferi e altri prodotti dalla Russia. Sono proprio questi fondi che permettono a Putin di sostenere il conflitto, secondo i senatori repubblicani. Il pacchetto di misure proposto darebbe all’ex presidente Trump la massima discrezionalità nell’imporre dazi secondari, permettendogli di applicare tariffe che vanno da zero fino al 500% nei confronti delle nazioni che commerciano con Mosca e, in tal modo, ne sostengono indirettamente l’aggressione militare.

Oltre alle nuove sanzioni, Trump ha anche promesso l’invio di ulteriori sistemi missilistici Patriot all’Ucraina per rafforzarne la difesa aerea, sottolineando inoltre che saranno gli alleati europei a sostenere i costi per la fornitura di armi americane ad alta tecnologia, aumentando così la pressione su Putin affinché accetti una tregua. Nel frattempo, la Russia ha intensificato gli attacchi aerei contro le città ucraine, utilizzando droni e missili, mentre sta ammassando truppe lungo il confine e avanzando nelle regioni orientali del Paese. L’impegno militare continuo e crescente di Mosca ha irritato Trump, che sta tentando di favorire un accordo diplomatico per la cessazione delle ostilità, e lo ha portato a esprimere critiche dirette contro il presidente russo.

La cosa folle è che la proposta è stata pure sposata dalla Commissione Europea, quando Ursula Von der Leyen ha incontrato Graham già a giugno, a Berlino. La retorica dallo “spezzare le reni alla Russia” continua ad aleggiare fra i palazzi del potere occidentale, eppure nessuno pare aver ancora capito che è una gigantesca falsità. Non sono bastate le sanzioni disastrose che hanno ridotto l’Europa in uno straccio da gettare, ci vogliono pure questi nuovi dazi. Ormai sono uno strumento che nemmeno funziona nel suo aspetto psicologico. Tutto è chiaro, tutto è sempre più povero.

Trump ha fatto ampio uso dei dazi per portare avanti la sua agenda di politica estera – come già anche nella sua prima amministrazione –, ma la sua attuazione è stata discontinua. I dazi del 145% sulla Cina, imposti ad aprile, sono durati un mese prima di essere drasticamente ridotti per far posto ai negoziati commerciali, che finora non sono riusciti a garantire una svolta. Allo stato attuale, il disegno di legge include alcune leve che Trump potrebbe azionare per impedire l’applicazione dei dazi, richiedendo al presidente di dichiarare formalmente che la Russia si rifiuta di negoziare o ha violato qualsiasi futuro accordo di pace.

Tecnicamente, è verosimile che il Senato e la Camera dei Rappresentanti non avranno tempo per votare il disegno di legge Graham-Blumenthal prima delle vacanze estive, che terranno il Congresso bloccato fino al 1° settembre. E proprio il 2 settembre scadrà la proroga di 50 giorni concessa da Trump dalle sanzioni, ma il Congresso dovrà occuparsi urgentemente del bilancio per approvarlo entro il 1° ottobre e non congelare il lavoro del governo, non fino alle sanzioni. Una tipica tattica politica americana di “rimandare le questioni spinose a tempi migliori”, contando su un cambiamento dell’agenda o su una riduzione dell’acutezza del tema e, allo stesso tempo, un tentativo di preservare lo spazio di manovra, evitando un’immediata escalation delle relazioni con i maggiori partner commerciali della Russia, come Cina e India.

Se qualcuno pensa che, poiché Trump ha detto 50 giorni, allora tra 50 giorni ci saranno sicuramente le sanzioni, si sbaglia. Non è affatto necessario. Trump ha dichiarato che entro 24 ore avrebbe posto fine alla guerra in Ucraina. E allora, l’ha fatto?

Buona continuazione dello show. Intanto, Cina e Russia si avviano a vedere il loro GDP in aumento anche per questo 2025, guardano al 2026 con entusiasmo e libertà.

Che immagine sta dando l’America di se stessa? Ancora una volta, quella del ridicolo. Invece ci pensare al collasso interno e alle problematiche di carattere sociale che continuano ad ammorbare la salute domestica, il governo a stelle e strisce cerca di impressionare il mondo intero, facendo lo spavaldo. Il 500% è una cifra insostenibile sotto ogni punto di vista. Soltanto un cowboy americano potrebbe spararla così grossa.

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