Nuovo giro di escalation nel conflitto tra Iran e Stati Uniti
Un recente rapporto della Defense Intelligence Agency (DIA) degli Stati Uniti: “Valutazione delle minacce a livello mondiale 2025”, analizza anche l’Iran e l’evoluzione delle sue capacità in relazione agli interessi nordamericani.
Una sintesi dei contenuti tratti da questo rapporto:
1️) Cambiamento di Strategia:
L’Iran sta passando sempre più dalla guerra per procura alla ritorsione diretta. In particolare, ha lanciato oltre 300 missili e droni nell’aprile 2024 e altri 200 nell’ottobre 2024 in attacchi diretti contro Israele.
2️) Asse della Resistenza:
L’Iran sta cercando di espandere la sua influenza attraverso gruppi come Hezbollah, le milizie sciite irachene, gli Houthi e Hamas. Sta usando il conflitto tra Israele e Gaza per indebolire Israele e rafforzare la sua posizione regionale.
3️) Supporto per procura:
Nonostante le battute d’arresto, come la perdita della presenza operativa in Siria, l’Iran continua a riarmare Hezbollah, a sostenere gli attacchi marittimi degli Houthi e a dirigere i partner regionali nelle operazioni con droni e missili.
4️) Sviluppi missilistici e droni:
L’Iran si sta concentrando sul miglioramento della gittata, della letalità e dell’affidabilità del suo arsenale missilistico e droni per aumentare la deterrenza e le capacità di ritorsione.
5️) Fronte cibernetico:
L’Iran ha intensificato gli attacchi informatici e le operazioni di intelligence contro Israele, supportando le sue operazioni cinetiche con la guerra digitale.
6️) Ambizioni nucleari:
L’Iran non sta attualmente costruendo un’arma nucleare, ma le sue scorte di uranio arricchito gli consentono di produrne una in meno di una settimana. La sua dottrina nucleare potrebbe cambiare se venissero attaccati impianti chiave.
7️) Preoccupazioni per le armi di distruzione di massa:
La DIA valuta che l’Iran stia cercando di acquisire agenti chimici e non abbia abbandonato l’intenzione di sviluppare capacità di armi biologiche.
8️) La battuta d’arresto di Hezbollah:
Hezbollah ha perso oltre il 50% della propria capacità militare; entrambi i suoi principali leader sono stati uccisi. Tuttavia, è improbabile che si disarmerà completamente e le tensioni lungo il confine tra Israele e Libano rimangono costanti.
9️) La campagna degli Houthi:
Dal novembre 2023, gli Houthi hanno lanciato quasi 200 attacchi contro obiettivi marittimi, tra cui navi statunitensi e israeliane. Il loro arsenale di missili e droni, fornito dall’Iran, sta aumentando la gittata e la precisione.
10) Prospettive:
È probabile che l’Iran eviti una guerra diretta con gli Stati Uniti, ma continuerà a prendere di mira le forze statunitensi e i suoi alleati attraverso agenti, attacchi informatici e operazioni segrete, inclusi complotti di assassinio all’estero.
Ma è la postura geopolitica dell’Iran, in particolare, ad infastidire le aspirazioni egemoniche di Washington, nonostante i limiti della proiezione globale di Teheran.
L’Iran, sostiene il rapporto della DIA, “cercherà la cooperazione con Russia, Cina e Corea del Nord per mitigare il suo isolamento diplomatico e le sanzioni, sebbene probabilmente si irriterà per i limiti del sostegno di questi Paesi ad alcuni dei principali interessi regionali di Teheran. L’Iran cercherà di utilizzare la vendita di droni e missili alla Russia come leva per acquisire tecnologie militari avanzate, come il caccia multiruolo SU-35. L’Iran ha anche ampliato il suo programma spaziale militare negli ultimi tre anni, in parte con l’assistenza della Russia, e continua a sviluppare tecnologie di propulsione per veicoli di lancio spaziali (SLV) che potrebbero abbreviare il suo percorso verso l’impiego di un missile balistico intercontinentale (ICBM) se convertite a tale scopo. Nei prossimi due anni, la spesa per la difesa dell’Iran probabilmente ristagnerà e lo costringerà a concentrarsi sulla ricerca di altri fornitori, come la Cina, o sull’acquisizione di equipaggiamenti militari a basso costo per soddisfare le sue esigenze. La Cina si è finora dimostrata reticente a trasferire equipaggiamenti militari avanzati all’Iran, probabilmente a causa della minaccia di sanzioni e per non voler interrompere i legami con gli altri partner in Medio Oriente”[1].
L’Iran, stando al rapporto, “tenterà quasi certamente di riarmare Hezbollah e di continuare a fornire aiuti letali alle milizie sciite irachene, ai militanti siriani e agli Houthi, per imporre costi a Israele e minacciare gli interessi statunitensi. Gli Houthi hanno ripreso gli attacchi nel marzo 2025 in seguito alla ripresa delle operazioni di combattimento da parte di Israele a Gaza. Nel dicembre 2024, l’Iran ha ritirato tutto il personale iraniano dalla Siria a causa del crollo del Governo di Assad, compromettendo quasi certamente la propria capacità di ricostituire le scorte di munizioni strategiche di Hezbollah. La perdita di influenza sul Governo siriano riduce inoltre il prestigio regionale dell’Iran e ostacolerà la sua capacità di proiettare influenza all’interno delle comunità sciite in Libano e in Siria.”
Riguardo alla supposta minaccia nucleare iraniana, la DIA ammette che “L’Iran quasi certamente non sta producendo armi nucleari, ma negli ultimi anni ha intrapreso attività che lo posizionano meglio per produrle, se sceglie di farlo. Dal 2019, l’Iran ha condotto attività che superano i precedenti limiti del Piano d’azione congiunto globale (JCPOA), tra cui l’aumento delle dimensioni e dei livelli di arricchimento delle sue scorte di uranio, la produzione di piccole quantità di uranio metallico, la limitazione del monitoraggio dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ai livelli pre-JCPOA e l’espansione dell’arricchimento dell’uranio presso il suo impianto di Fordow. Queste azioni riducono il tempo necessario per produrre uranio di qualità militare sufficiente per un primo dispositivo nucleare a probabilmente meno di una settimana. L’Iran continua inoltre a perseguire progressi relativi ai suoi programmi di armi chimiche e biologiche. I vertici iraniani probabilmente non hanno deciso di riavviare il loro programma di armi nucleari pre-2003, ma dall’aprile 2025 i funzionari iraniani hanno minacciato di rivedere la loro dottrina nucleare se i suoi impianti nucleari venissero attaccati.”
Dall’ottobre 2023, le milizie sostenute dall’Iran in Iraq hanno lanciato oltre 200 attacchi con droni e fuoco indiretto contro le forze statunitensi e della coalizione in Iraq, Siria e Giordania, e oltre 250 attacchi con droni e missili da crociera terrestri contro Israele. Per l’agenzia statunitense, “Gli attacchi sono stati per lo più inefficaci, probabilmente a causa della scarsa qualità dell’equipaggiamento e del successo della difesa aerea, ma hanno ucciso tre soldati statunitensi in Giordania e due soldati israeliani in Israele. Gli attacchi erano quasi certamente intesi a rispondere al conflitto tra Israele e Hamas e ad accelerare il ritiro della coalizione guidata dagli Stati Uniti in Iraq, che dovrebbe chiudere alcune strutture irachene entro settembre 2025. Le milizie sostenute dall’Iran non hanno condotto alcun attacco contro le forze statunitensi dall’inizio del cessate il fuoco a Gaza, il 19 gennaio 2025”, confermando così il rispetto degli accordi da parte di Teheran.
Il Dipartimento di Stato U.S.A. ha colto l’occasione al balzo per inasprire le sanzioni contro quanti commerciano con l’Iran. Il 21 maggio 2025, ai sensi dell’Iran Freedom and Counter-Proliferation Act (IFCA) del 2012, sono state emesse due conclusioni con implicazioni sanzionatorie [2]:
l’identificazione di 10 materiali strategici utilizzati in relazione ai programmi nucleari, militari o missilistici balistici dell’Iran;
identificando il settore edile iraniano come controllato direttamente o indirettamente dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC).
Nello specifico, il Dipartimento di Stato, in consultazione con il Dipartimento del Tesoro, ha stabilito che i seguenti tipi di materiali aggiuntivi vengono utilizzati in relazione ai programmi nucleari, militari o missilistici balistici dell’Iran:
Lega austenitica nichel-cromo
lingotti di magnesio
perclorato di sodio
EDM-11
EDM-14A
EDM-15
Rame tungsteno
Lamiere e/o tubi in alluminio AA2024-T351
ISO-68
ISO-69.
Chiunque venda, fornisca o trasferisca consapevolmente, direttamente o indirettamente, questi materiali da o verso l’Iran (indipendentemente dall’uso finale o dall’utente finale) sarà ora soggetto a sanzioni obbligatorie.
Inoltre, il Dipartimento di Stato americano, in consultazione con il Dipartimento del Tesoro, ha stabilito che il settore edile dell’Iran è controllato direttamente o indirettamente dall’IRGC. Chiunque venda, fornisca o trasferisca consapevolmente, direttamente o indirettamente, da o verso l’Iran, metalli grezzi e semilavorati, grafite, carbone e software per integrare scopi industriali sarà soggetto a sanzioni obbligatorie se tali materiali devono essere utilizzati in relazione al settore edile iraniano.
In conclusione, gli Stati Uniti “continueranno a esercitare la massima pressione economica sul regime iraniano affinché metta fine alla minaccia nucleare dell’Iran, riduca il suo programma di missili balistici e interrompa il suo sostegno ai gruppi terroristici”.
Da parte sua, il Ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, incaricato dal nuovo presidente Pezeshkian di svolgere un ruolo di primo piano nei negoziati sul nucleare con gli U.S.A., ha sottolineato che l’Iran non rinuncerà al proprio diritto all’arricchimento per scopi pacifici e questa posizione riflette la visione che Teheran ha del suo programma nucleare: una questione di sovranità nazionale e progresso tecnologico.
La Guida suprema, Ali Khamenei, ha definito la pretesa statunitense “eccessiva e scandalosa”, sottolineando che è improbabile che i negoziati producano risultati; lo scetticismo a Teheran è aumentato notevolmente quando, la scorsa settimana, importanti agenzie statunitensi hanno diffuso la notizia che Israele si starebbe preparando ad attaccare i siti nucleari. In una lettera indirizzata al Segretario generale dell’Onu e al direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), l’Iran ha invitato la comunità internazionale ad adottare misure preventive efficaci contro le continue minacce provenienti da Israele. Secondo Teheran, se ignorate, tali minacce costringeranno la Repubblica islamica ad adottare misure straordinarie per proteggere i propri impianti e materiali nucleari. L’Iran ha avvertito che, in risposta, potrebbe trasferire parte delle sue riserve nucleari dai siti dichiarati a località non dichiarate, nel tentativo di scoraggiare un eventuale attacco e rendendo più difficile all’Aiea il monitoraggio del suo programma.
[1] Pechino sta però implementando seriamente i progetti geoeconomici con Teheran; grazie al Corridoio ferroviario finalmente operativo, il primo treni merci dalla Cina ha raggiunto l’Iran in soli 15 giorni, in modo significativamente più veloce della rotta marittima che prevede 40 giorni. Inoltre, questo nuovo collegamento consente all’Iran di esportare il petrolio via terra verso la Cina, mentre le merci cinesi, bypassando lo Stretto di Malacca, possono raggiungere l’Europa senza subire interferenze da parte della Marina degli Stati Uniti.
[2] U.S. Department State, U.S. Findings on Iran Pursuant to the Iran Freedom and Counter-Proliferation Act (IFCA) of 2012, state.gov, 21 maggio 2025.