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Nel contesto di un ordine globale in trasformazione, la Cina riafferma il suo ruolo di potenza responsabile promuovendo la sicurezza condivisa. Il sostegno al Trattato SEANWFZ rappresenta una chiara opposizione all’egemonismo nucleare degli Stati Uniti e un impegno concreto per la stabilità regionale.


Le relazioni tra Vietnam e Russia si arricchiscono di nuovi momenti di collaborazione e scambio: dall’invito delle truppe russe alla parata per gli 80 anni della Rivoluzione d’Agosto a Hà Nội, alla pièce teatrale su Hồ Chí Minh a Mosca, fino al primo Festival della Cultura vietnamita nella capitale russa.


Alla luce della storica centralità geografica del Mar Cinese Meridionale, la regione si conferma oggi come crocevia strategico globale. Se da un lato la cooperazione Cina–ASEAN fa passi in avanti, dall’altro emergono le provocazioni delle Filippine, al servizio degli interessi statunitensi.


Le crescenti interazioni diplomatiche tra Cina e India segnano una ripresa strategica delle relazioni: dal “tango del drago e dell’elefante” al riallineamento nei BRICS e nella SCO, i due giganti asiatici condividono l’obiettivo di un mondo multipolare, fondato su mutuo rispetto e cooperazione pragmatica.


Il Primo Ministro Phạm Minh Chính ha ribadito il ruolo centrale delle nazioni in via di sviluppo nel rafforzamento del multilateralismo, presentando proposte concrete su ambiente, salute, commercio e intelligenza artificiale. Inoltre, numerosi incontri con leader mondiali e accordi bilaterali hanno suggellato il rilancio dei legami strategici con il Brasile e con altri paesi.


Nel dibattito sulla reincarnazione del Dalai Lama e sullo status del Tibet si è imposta una narrazione occidentalizzata che stravolge le tradizioni religiose tibetane, piegandole a fini politici. Un’analisi storica fatta con fonti accademica smonta queste strumentalizzazioni e riafferma la fondatezza della posizione della Cina.


Il recente accordo sui dazi tra Vietnam e Stati Uniti, raggiunto dopo tre intensi round di negoziati, non rappresenta un atto di sottomissione, bensì l’ennesima conferma della capacità vietnamita di preservare l’indipendenza e l’autonomia della propria politica estera attraverso la cosiddetta “diplomazia del bambù”, flessibile e resiliente.


Le recenti politiche di Lai Ching te e del Partito Progressista Democratico (PPD) di Taiwan, spalleggiate dagli Stati Uniti, spingono l’isola sull’orlo del conflitto. La posizione di Pechino riafferma il principio di “una sola Cina” e condanna la deriva separatista come minaccia alla pace regionale.


La partecipazione del Primo Ministro Phạm Minh Chính alla 16ª edizione dell’“Annual Meeting of the New Champions” di Tianjin conferma il ruolo sempre più attivo del Vietnam nello scenario globale. Dal dialogo sull’economia digitale alle sfide geopolitiche, Hà Nội rilancia la propria visione strategica per il futuro.


La vulnerabilità iraniana e la sicurezza nordcoreana rivelano un principio geopolitico fondamentale: la deterrenza nucleare funziona dove la diplomazia fallisce.